John Williams alla Scala assistito da Alessandro Ferrari

Williams - Ferrari

Intervista a Alessandro Ferrari

 

Alessandro, iniziamo dal termine: come é stata accolta nel tempio dell’opera lirica, il Teatro alla Scala, la serata dedicata a John Williams ?

Con spade laser, pubblico entusiasta come poche volte mi è capitato di assistere in 40 anni di Scala. Ma forse il termine entusiasta non è il più corretto. Si trattava un pubblico diverso, giovane, esaltante. L’orchestra e John Williams travolgevano il pubblico e contemporaneamente erano essi stessi trascinati dal pubblico. Sembrava di partecipare davvero a una “Star Wars” di musica: archetti di violino che scagliavano note al laser e spade luminose che rispondevano agli attacchi!

Mi sa che stiamo un po' scivolando nella retorica…

Ma si, però ci può stare, perché il clima che ho percepito in quella serata è stato davvero unico e insolito per i velluti della Scala. Ciò nonostante tutto funzionava, a dimostrare che i velluti possono accogliere anche musica nuova, non necessariamente “classica”.

L’orchestra della Filarmonica della Scala come si è adeguata a una tradizione non propriamente “scaligera”.

Meglio di quanto potessi immaginare. E non è solo l’opinione di chi (io) ha preparato l’orchestra; la pensava così anche il maestro Williams.

Parlami un po' del tuo incontro con John Williams, autentico monumento vivente della musica dei nostri tempi.

Come i grandi monumenti sembra non avere età. Sebbene abbia 90 anni ha uno spirito da trentenne, con mille progetti per la testa, tecnicamente perfetto e musicalmente inimitabile. Certo, si potrebbe dire che dirigendo la sua musica era nel suo microcosmo, ma Verdi, ad esempio, raramente ha diretto le sue opere. Un conto è scrivere musica (mi ha confidato che lui scrive ancora sul pentagramma, con matita e gomma), un conto è dirigere un’orchestra piuttosto ampia e con una struttura non consueta, almeno qui in Italia.

Williams Ferrari

Cosa intendi dire con “non consueta”?

L’orchestra d’opera come é quella del Teatro alla Scala (si, lo so che in realtà stiamo parlando della Filarmonica della Scala, ma la matrice è quella scaligera) é abituata ad esempio a mantenere gli ottoni ad un livello sonoro molto discreto, e comunque le sonorità delle sezioni non sono mai troppo “spinte”. È un’orchestra abile a delegare la parte più esposta ai cantanti. Con la musica di Williams, e anche con la musica di molti altri compositori di colonne sonore, le sonorità cambiano. Gli ottoni sono spesso protagonisti, le sonorità orchestrali sono impetuose.

Un po’ come avviene nel repertorio sinfonico.

Si e no. Le sinfonie dei classici sono strutturate per esprimere in mezz’ora alcuni stati d’animo, oppure per esprimere un’arte tutta musicale, assoluta. Nella musica per colonne sonore in brevissimi spazi di tempo devono essere espressi sentimenti fortissimi, emotivamente immediati. Costituiscono una linea narrativa complementare alla sceneggiatura e alle immagini. Per questo è tutto più emotivo, più travolgente appunto.

Come è nata la tua collaborazione con John Williams.

Seguo la musica da film da sempre. Sai che il Maestro Morricone mi suggerì di trasferirmi in America e intraprendere lì la carriera di compositore? Non l’ho fatto perché ero già troppo coinvolto nelle attività qui in Italia. Però ancora oggi ho in testa alcuni progetti proprio legati alla musica per sonorizzazione. Quando si avvicinava il periodo di John Williams a Milano è stata la Direzione di Filarmonica della Scala che ha contattato il maestro Williams per proporgli la mia collaborazione durante le prove. Mio padre é stato uno dei fondatori dell’orchestra Filarmonica della Scala. Io sia come direttore, sia come compositore ma anche come violinista conosco questa orchestra da 40 anni. In effetti chi meglio di me poteva assistere il maestro Williams che per la prima volta affrontava questa orchestra? Dapprima il maestro Williams ha accettato la mia assistenza, chiedendo specificamente che lo affiancassi lungo tutte le prove, poi, con l’approvazione di Filarmonica della Scala, mi é stato proposto di preparare l’orchestra dirigendo le prime prove. Non mi aspettavo che mi si proponesse di preparare l’orchestra, cioè di fare le prime prove lasciando a lui solo un’ultima prova e la generale (pubblica). Ero davvero entusiasta!

Difficile?

Apparentemente é musica semplice ma solo perché l’abbiamo tutti un po’ nella memoria musicale. Abbiamo visto tutti più di una volta E.T l’extraterrestre, Schindler’s List, Harry Potter, Star Wars, Indiana Jones e altri famosissimi film musicati da Williams. Ma quando ho ritirato in archivio la partitura e l’ho sfogliata ho capito che era tutt’altro che semplice. Tecnicamente é necessaria una abilità che si avvicina molto a quella necessaria per dirigere Stravinsky o Bartok. Insomma, ho dovuto studiare. Ma é stato esaltante!

Per cui il primo impatto fra la musica di Williams e l’orchestra della Filarmonica della Scala l’hai dovuto coordinare tu?

Si, ma ero convinto che l’orchestra della Filarmonica della Scala non avrebbe avuto nessun problema. E questo fondamentalmente per due motivi: il primo é che questa orchestra oggi ha una qualità davvero straordinaria. Ci sono molti giovani, e i meno giovani hanno sia una esperienza incredibile, sia una profonda abilità ad affrontare i nuovi repertori, esperienza maturata negli anni; il secondo motivo é un po’ più malizioso. C’è musica che può essere difficile, ma poi c’è musica difficile e bella oppure difficile e brutta. I veri problemi nascono solo con la musica difficile e brutta, e in questo senso il ‘900 ci ha regalato veri e propri labirinti dai quali a volte ci si esce solo perdendo qualche penna qui e la`….

 

La musica di John Williams é difficile e bella.

Diciamo che é a volte complessa ma bellissima. Per cui ha successo ovunque.

Hai avuto modo di scambiare qualche riflessione con John Williams?

Più di una, ma sono molto geloso delle cose che mi ha confidato…

Nemmeno un pensiero piccolo piccolo?

Una riflessione te la posso confidare perché non l’ha detta solo a me ed é pubblica. Però rivela il carattere da grandissimo artista che possiede. Mi diceva della musica per Schindler’s list. Quando Spielberg gli ha fatto vedere il film la prima volta (solo con i dialoghi), di prima battuta Williams rifiutò di farne la colonna sonora. Era rimasto talmente colpito dalla vicenda umana che gli sembrava di non essere all’altezza di mettere la musica a quella storia. Spielberg rispose che tutti i compositori ad una altezza maggiore della sua erano tutti morti…. il risultato é una delle colonne sonore più forti ed emozionanti mai scritte. La spalla della Filarmonica della Scala Francesco De Angelis ci ha donato un’interpretazione straordinaria.

Grazie Alessandro!

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